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Made in Italy

Über die Kunst, zu genießen und zu teilen

© Foto: PH Sandro Michahelles
Versione italiana:

Cosa vuole dire per Lei il marchio “Made in Italy”?

Potrei definirlo tutto ciò che è frutto di quella “cultura della bellezza” (del panorama, dell’arte, dell’inventiva, del cibo, dei sentimenti) di cui l’Italia è intrisa. È un paese con una incredibile storia alle spalle, con tesori artistici d’ogni tipo, una varietà di paesaggi senza uguali… Credo che sia un privilegio poter crescere in una terrà così ricca di stimoli e di ispirazioni. Personalmente l’italianità resta sempre un fil rouge rilevante dei miei concerti, ed è un dovere e un piacere, per me, poter divulgare i frutti dell’inventiva di grandi italiani, da Giuseppe Verdi a Giacomo Puccini…

Quale prodotto “Made in Italy” non può mancare durante le tournée mondiali?

Tendenzialmente, da ciò che indosso al bicchiere di vino che – in chiusura di tour – mi concedo, al caffè a cui non rinuncio, è made in Italy. Anche in ambito culinario, quando posso, cerco di mantenere la mia dieta mediterranea, ad esempio mangiando pasta, al sugo o semplicemente all’olio. Ed anche in questo frangente sono esigente e prediligo prodotti italiani.

La Toscana è una regione molto importante per Lei. Cosa contraddistingue questa regione dalle altre e quali prodotti tipici consiglierebbe ai nostri lettori austriaci?

L’Italia è bella tutta, da Bolzano alla Sicilia. Ma è in Toscana che ho le mie radici, ed è la regione cui sono più legato. Inoltre custodisce una densità vertiginosa di meraviglie architettoniche, pittoriche, scultoree e paesaggistiche, e parimenti può proporsi quale rifugio dello spirito, perché è ancora una terra benedetta da una natura rigogliosa, ideale per ritrovare il silenzio e il raccoglimento. C’è Firenze, culla del Rinascimento, e poi Pisa, Siena, Lucca, ci sono centinaia di borghi meravigliosi, c’è la montagna, così come il mare della Versilia e dell’arcipelago… In Toscana tanta bellezza, nel corso dei secoli, ha sicuramente stimolato in modo speciale l’ingegno umano: qui è nata l’opera lirica, qui è nato Leonardo da Vinci, Michelangelo e tanti altri geni. Anche gastronomicamente parlando, la Toscana è una vera e propria miniera… Propone una cucina ricca, variegata e forte d’una storia plurisecolare. La mia regione si estende dal mare alle montagne, esprimendo una differenziazione orografica che naturalmente si riverbera nei cibi e dunque nelle ricette. Non esiste borgo che non abbia la propria specialità da provare. Consiglierei di non accontentarsi delle ricette più note ma di essere sempre curiosi e mantenere il desiderio di sperimentare. Personalmente, adoro quei sapori genuini che mi riportano alla tradizione contadina delle colline dove sono nato: il nostro formaggio pecorino, il pane toscano, gli insaccati artigianali, le verdure dell’orto, i tanti dolci tipici… E naturalmente i vini toscani.

La famiglia Bocelli era già conosciuta per il buon vino ancor prima che Lei diventasse un tenore rinomato in tutto il mondo. Insieme a Suo fratello Alberto Bocelli conducete l’azienda agricola di vostro padre. Cosa è per Voi la definizione di un buon vino italiano?

Difficile generalizzare, proprio in ragione della incredibile varietà presente nella penisola. Certo è che la qualità del vino italiano è molto cresciuta nell’ultimo quarto di secolo. In molte regioni italiane, in particolare Toscana, Piemonte, Veneto e Sicilia, la qualità del vino ha spiccato il volo, divenendo in breve una risorsa economica e culturale di assoluta rilevanza. Il buon vino per me, ancora più quando si tratta del prodotto delle nostre vigne di famiglia, deve essere genuino, deve raccontare una storia positiva, fatta di generazioni di amore per la vigna e di un rapporto reciprocamente generoso e rispettoso, tra l’uomo e la terra dove vive e lavora. Pretendo che sia un vino che sappia comunicare senza ambiguità – nei suoi aromi, nel suo sapore – delle emozioni schiette, mantenendo saldi i valori della genuinità e della sostenibilità, senza rinunciare ad un equilibrio di profumo, gusto, colore.

Insieme a Suo figlio Matteo ha cantato al 69° Festival di Sanremo la canzone “Fall on me”. Quando ha notato il talento di Suo figlio e come si trova a stare sul palco insieme a un membro di famiglia?

Che amasse la musica e il canto in particolare, era evidente fin da quando era bambino. Ma a cantare di fronte a me, pare si vergognasse un po’. Dunque preferiva duettare sui miei dischi, in mia assenza. Poi per fortuna ha rotto ogni indugio e si è deciso ad affrontare ufficialmente lo studio del canto. Abbiamo duettato in alcune occasioni, in ambito lirico. Poi è emersa la possibilità di cantare insieme in “Fall on me” e ritengo sia, questo, un inizio che fa ben sperare… Oltre ad essere, per entrambi, un’esperienza foriera di grandi emozioni!

Madre Teresa di Calcutta ha sempre sottolineato “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno. “ L’amore per il prossimo è importante ed è per questo che Lei ha fondato l’Andrea Bocelli Fondation. Ci vorrebbe raccontare del Suo progetto?

La fondazione che porta il mio nome realizza progetti per le fasce più deboli della popolazione, in Italia e nei Paesi in via di sviluppo… Interventi a favore di educazione, salute, integrazione sociale. La mission che abbiamo scelto è “Empowering people and communities”, e descrive la nostra volontà di adoprarci affinché a ciascuno sia offerta l’opportunità di esprimersi al meglio delle proprie capacità, creando opportunità di crescita e di valorizzazione del talento. Ritengo che cercare di perseguire il bene sia un atto di intelligenza prima ancora che un dovere morale. Si attinge alla vita come ad un grande banchetto, e nella vita al pari di un banchetto, si sta bene se c’è il minimo indispensabile per tutti. E tutti possiamo fare qualcosa, ciascuno secondo le proprie possibilità… Ad esempio donando agli altri qualcosa di ancor più prezioso perché non si può comprare, e cioè parte del proprio tempo.

“Time to say goodbye” – l’ultima domanda: Quale messaggio vorrebbe inviare ai nostri lettori in riguardo all’Italia e il marchio Made in Italy?

Consiglierei sicuramente di venire – o tornare – in Italia, vivendone intensamente ogni incontro, ogni avventura, ogni sorpresa, senza preconcetti e senza dare troppo credito ad una serie di stereotipi che, in quanto generalizzazioni, risultano sempre azzardati. Oltre alle tappe “d’obbligo”, notissime, ci sono migliaia di luoghi meno battuti dal turismo, pronti ad emozionare il visitatore. Dunque suggerirei di sperimentare, di “perdersi” per le strade del mio grande paese. Quanto al Made in Italy, è il marchio d’origine più famoso (e probabilmente il più imitato) nel mondo: è espressione di un’eccellenza che la mia terra dimostra in tante dimensioni, dall’enogastronomia alla moda, e ritengo che sia sinonimo e garanzia, ancora oggi, di qualità, cura, passione.

LA PREGHIAMO DI FINIRE QUESTE FRASI:

Il cibo italiano… Quando di qualità, è il migliore del mondo.

Per gli italiani il caffè è… non solo una bevanda, non solo una modalità per assumere una sostanza stimolante. Quella del caffè è una esperienza, qualcosa che ritma la giornata, un rito che prescrive una pausa da ogni altra attività e che chiede che protagonisti tornino ad essere i sensi.

Il marchio Made in Italy… esprime quella forza creativa del mio paese, che quando è positiva e solare, è capace di far sognare il mondo.

La musica italiana è… da oltre 400 anni la patria dell’opera lirica, con compositori eccelsi quali Donizetti, Rossini, Verdi, Puccini, Mascagni e tanti altri. È anche la patria di meravigliose romanze popolari e di canzoni che sono divenute dei “classici”, conosciute ed amate nel mondo.

DOMANDA SPECIAL:

Secondo degli studi. la prima cosa che viene in mente agli austriaci in riguardo all’Italia è l’aperitivo. Cos’è per Lei la definizione di un perfetto aperitivo italiano?

Fra i pregi dell’Italia vi è la straordinaria varietà di tradizioni enogastronomiche. Non fa eccezione l’aperitivo: non uno perfetto ne esiste, ma decine, secondo la latitudine, secondo se è presso un luogo di montagna o di mare… Personalmente, preferendo il vino ai superalcolici, l’aperitivo potrebbe rappresentare una moderata degustazione: penso a un prosecco, che sia in grado di esprimere leggerezza, finezza, vivacità, realizzando un perlage perfetto… Oppure ad un bianco, magari siciliano o piemontese, o ancora un Pinot Grigio IGT veneto selezionato dall’azienda vitivinicola di famiglia. Il tutto accompagnato magari da una bruschetta o dai tipici crostini toscani.

In unserem großen Interview legt der weltberühmte Tenor Andrea Bocelli Verbindungen zwischen seiner Liebe zur Musik und der Liebe zu seinem Herkunftsland Italien offen.

Was sagt für Sie die Marke „Made in Italy“ aus?

Man könnte so sagen, dass alles dazugehört, was Früchte dieser Kultur (Schönheit, Panorama, Künste, Erfindungen, Gefühle) sind, von denen Italien so durchtränkt ist. Es ist ein Land mit einer unglaublichen Geschichte auf dem Rücken, mit Kunstschätzen aller Art, einer Vielfalt an unvergleichlichen Landschaften … Ich glaube, es ist ein Privileg, in einem Land, das derartig reich an Anregungen und Inspirationen ist, aufwachsen zu können. Für mich selbst ist meine italienische Seele immer der maßgebliche rote Faden für meine Konzerte und gleichzeitig eine Pflicht und ein Vergnügen, den Schöpfergeist der großen Italiener von Verdi bis Puccini zu verbreiten.

Welche Produkte „Made in Italy“ dürfen auf einer Welttournee nicht fehlen?

Tendenziell ist alles von Kleidung und Wein (am Ende der Tour) bis zum Kaffee, auf den ich nicht verzichte, made in Italy. Ebenso behalte ich beim Essen, wenn möglich, meine mediterrane Ernährung bei, indem ich zum Beispiel Pasta, Sugo oder schlichtweg Öl wähle. Denn ich bin in dieser Hinsicht sehr anspruchsvoll und bevorzuge deshalb italienische Produkte.

Die Toskana ist für Sie eine sehr wichtige Region. Was unterscheidet sie von anderen und welche typischen Erzeugnisse können Sie unseren österreichischen Lesern empfehlen?

In Italien ist alles schön, von Bozen bis Sizilien. Doch in der Toskana hab ich meine Wurzeln, deshalb bin ich der Region sehr verbunden. Zudem birgt sie eine schwindelerregende Fülle an architektonischen, pittoresken, skulpturalen und landschaftlichen Wunderwerken. Gleichzeitig ist sie Rückzugsort für den Geist, weil sie außerdem mit einer üppigen Natur gesegnet ist – ideal, um Ruhe und Besinnung zu finden. Es gibt Florenz, die Wiege der Renaissance, dann Pisa, Siena, Lucca und hunderttausende traumhafte Ortschaften; es gibt die Berge genauso wie das Meer von Versilien und die Inselwelt … Die üppige Schönheit der Toskana hat im Lauf der Jahrhunderte den menschlichen Geist unumstritten auf ganz spezielle Weise stimuliert: hier ist die italienische Oper entstanden, Leonardo da Vinci, Michelangelo und viele andere Genies sind hier geboren.

Gastronomisch gesprochen ist die Toskana eine wahre Goldgrube. Sie bietet eine reichhaltige Küche, variantenreich und jahrhundertealt. Meine Region erstreckt sich vom Meer bis zu den Bergen, was sich in einer orografischen Differenzierung äußert, die sich natürlicherweise in ihren Speisen und folglich deren Rezepten widerspiegelt. Es existiert kein Dorf, das nicht seine eigene Spezialität anzubieten hat. Ich würde raten, sich nicht mit den bekanntesten Rezepten zufriedenzustellen, sondern immer neugierig zu sein und die Lust am Experimentieren zu behalten. Ich persönlich liebe diese unverfälschten Aromen, die mich auf die ländliche Tradition der Hügel, in denen ich geboren wurde, zurück verweisen: unseren Pecorino-Käse, toskanisches Brot, handgemachte Würste, Gemüse aus dem Garten, die vielen typischen Süßigkeiten … und natürlich toskanische Weine.

Die Familie Bocelli war bereits für ihren guten Wein bekannt, bevor Sie zu einem weltweit berühmten Tenor wurden. Zusammen mit Ihrem Ruder Alberto Bocelli führten Sie den landwirtschaftlichen Betrieb Ihres Vaters. Was ist für Sie die Definition eines guten italienischen Weines?

Das ist wegen der unglaublichenVielfalt, die auf der Insel vorhanden ist, schwer zu verallgemeinern. Sicher ist, dass die Qualität des italienischen Weines im letzten Viertel des Jahrhunderts stark zugenommen hat. In vielen Regionen Italiens, zum Beispiel in der Toskana, in Piemont, Venedig und Sizilien, hat sich die Qualität des Weines wie im Fluge herumgesprochen und ist kurzum zur kulturellen und ökonomischen Ressource von absoluter Relevanz geworden.

Guter Wein muss für mich – noch mehr, wenn es sich um die Produkte unseres familiären Weinanbaus handelt – naturrein und unverfälscht sein und eine gute Geschichte erzählen, die von Menschen handelt, die seit Generationen in Liebe zum Weinberg leben und einander respektvoll und großzügig begegnen, auch der Erde, mit der sie arbeiten und leben. Ich verlange, dass ein Wein mit seinem Bukett und seinem Geschmack ohne Mehrdeutigkeit von echten Gefühlen sprechen und seinen Wert durch Unverfälschtheit und Nachhaltigkeit sicher aufrechterhalten kann, ohne seine Ausgeglichenheit an Geruch, Geschmack und Farbe zu verlieren.

© Foto: PH Sandro Michahelles

Zusammen mit Ihrem Sohn Matteo haben Sie beim 69° Festival von Sanremo den Song „Fall on me“ gesungen. Wann haben Sie das Talent Ihres Sohnes bemerkt? Wie ist es, zusammen mit einem Familienmitglied auf der Bühne zu stehen?

Die Liebe zur Musik und zum Gesang im Besonderen waren selbstverständlich, seit er ein kleiner Junge war. Mir vorzusingen schien er sich aber immer ein wenig zu schämen. Deshalb zog er es vor, während meiner Abwesenheit mit meinen Aufnahmen zusammenzusingen. Dann verschwand zum Glück sein Zaudern und er beschloss, offiziell ein Gesangsstudium zu beginnen. Wir haben dann bei jeder sich bietenden Gelegenheit zusammen gesungen. Als wir dann „Fall on me“ singen sollten, war dies ein vielversprechender Beginn … und für uns beide eine Erfahrung, die von großen Gefühlen kündete!

Mutter Teresa von Kalkutta betonte immer: „Was wir tun, ist nur ein Tropfen im Meer, aber wenn wir es nicht tun würden, hätte das Meer einen Tropfen weniger.“ Die Nächstenliebe ist sehr wichtig, weswegen Sie 2011 die Andrea Bocelli Foundation gegründet haben. Können Sie etwas von diesem Projekt erzählen?         

Die Stiftung, die meinen Namen trägt, realisiert Projekte für die schwächere Bevölkerungsgruppe in Italien und in den Entwicklungsländern – es ist eine Intervention zu Gunsten von Bildung, Gesundheit und sozialer Integration. Unser gewähltes Motto heißt „Empowering people and communities“ und beschreibt unsere Anliegen, dass jedem die Möglichkeit geboten wird, das Beste aus seinen Talenten zu machen. Ich glaube, dass das Gute zu verfolgen, zuerst ein Akt der Intelligenz ist, bevor es zur moralischen Pflicht wird. Man kann das Leben als ein großes Festmahl verstehen und sowohl im Leben als auch beim Festmahl fühlt es sich gut an, wenn es für alle das notwendige Minimum gibt. Und alle können etwas tun, und zwar jeder nach seinen Möglichkeiten … Zum Beispiel, indem wir anderen etwas noch Kostbareres geben, weil sie es sich nicht kaufen können: einen Teil der eigenen Zeit.

„Time to say goodbye“ – Letzte Frage: Welche Botschaft haben Sie für unsere Leser in Bezug auf Italien und die Marke „Made in Italy“?

Ich würde ihnen sicherlich raten, nach Italien zu kommen – oder zurückzukommen. Hier kann man jegliches Wiedersehen, jegliches Abenteuer, jede Überraschung ganz unbefangen und intensiv leben, und das ohne Rücksicht auf den Ruf und eine Reihe von Stereotypen, die verallgemeinern und voreilige Schlüsse zulassen. Über die touristischen „Pflichtetappen“ hinaus, gibt es Tausende weniger bekannte Orte, deren Anblick ihre Besucher berührt. Ich möchte sie also in mein großes Land einladen, vom „Weg abzukommen“. So wie „Made in Italy“ wohl die berühmteste und wahrscheinlich am meisten imitierte Marke der Welt ist, denn sie ist ein Ausdruck der Exzellenz, die mein Land in unglaublicher Dimension von der Önogastronomie bis zur Mode beweist. Meines Erachtens ist es heute noch ein Synonym und Garant für Qualität, Sorgfalt und Leidenschaft.

Beenden Sie kurz diese Sätze:

Italienisches Essen ist … jenes, dessen Qualität die beste der Welt ist.

Für ItalienerInnen ist Kaffee … nicht nur ein Getränk oder eine Art und eine Weise, eine stimulierende Substanz zu sich zu nehmen. Der Genuss von Kaffee ist eine Erfahrung, ein Teil des Tagesrhythmus, ein Ritus, der eine Pause von aller Aktivität verheißt und zum bloßen Sein mit allen Sinnen einlädt.

Die Marke „Made in Italy“ steht für … die schöpferische Kraft meines Landes, welche so positiv und sonnig ist, dass sie die ganze Welt träumen lässt.

Italienische Musik ist … eine mehr als 400 Jahre alte Stätte der Opernmusik von hochrangigen Komponisten wie Donizetti, Rossini, Verdi, Puccini, Mascagni und vielen anderen. Zudem ist sie Heimat wundervoller, volkstümlicher Romanzen und Lieder, die zu Klassikern geworden sind und auf der ganzen Welt gehört und geliebt werden.


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